Aspettando la Storia in Piazza 2022 - Dante: storia di un nome mal pronunciato - a podcast by Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

from 2021-06-30T12:35:20

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21 giugno 2021 - Carlo Ossola - Carlo Ossola, filologo e critico letterario, professore di  letterature moderne al Collège de France e direttore dell’Istituto di  Studi Italiani di Lugano, è il presidente del Comitato Nazionale delle  celebrazioni del 700° Anniversario della morte di Dante Alighieri.

Nella sua Introduzione alla Divina Commedia, edita da Marsilio nel 2012, Ossola sottolinea che la Commedia di Dante parla di «Everyman» (Pound), di ciascuno di noi. Parte  cospicua dei suoi versi si è fatta proverbio, detto morale o sentenza,  come se ci rifugiassimo nella Commedia per dar linfa ai nostri  giudizi: «perdere il ben de l’intelletto», «sanza ’nfamia e sanza lodo»,  «ma guarda e passa», «mi fa tremar le vene e i polsi», «lasciate ogne  speranza, voi ch’entrate». In questo senso Dante indiscutibilmente  appartiene alla memoria collettiva dell’umanità.


E la Commedia è commedia: è il poema più dialogico di tutta  la nostra letteratura; sfilano comparse, protagonisti; come a teatro ci  sono dialoghi e monologhi, duetti serrati; un’architettura di mondi,  luoghi visti, immaginati, letti, percorsi nell’esilio o nei libri.


Per leggere Dante oggi, è necessario continuare ad avere la sua sete  d’essenziale, il suo anelito a varcare il relativo per porre i suoi  versi come sigillo e fondamento di una parola detta per sempre. Nel suo  essere “testimone contro il tempo” Dante, nel Novecento, è stato meglio  interpretato e compreso da autori come Pound, Eliot, Mandel’štam,  Beckett e Borges che dai critici stessi. E ancora, nel XXI secolo, il  suo poema è in futurum.

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