Aspettando la Storia in Piazza 2022 - Presentazione del libro "Harlem, il film più censurato di sempre" - a podcast by Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

from 2021-10-08T13:54:53

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6 ottobre 2021 - Luca Martera - Presentazione  del libro nell’ambito degli incontri Aspettando la Storia in Piazza  2022, in dialogo con Matteo Fochessati  «Morte agli italiani!» è il grido di battaglia urlato a squarciagola dal  capo dei tifosi abissini al Madison Square Garden ed è questa la  battuta-chiave per comprendere il senso di ciò che fu Harlem, il film  italiano più censurato di sempre. Uscito alla fine di aprile del 1943 –  due mesi prima dello sbarco degli alleati in Sicilia e tre mesi prima  della caduta del fascismo – il film di Carmine Gallone fu una delle più  plateali opere di mistificazione del regime fascista, pensata e  realizzata quasi 80 anni fa per illustrare alle masse il “razzismo di  Stato” e sancire così la superiorità della stirpe ariana attraverso un  incontro di boxe tra un italo-americano e un pugile nero, trent’anni  prima di Rocky.  Interpretato dai divi più famosi dell’epoca, dal “buono” Amedeo Nazzari  al “cattivo” Osvaldo Valenti, dall’ “americanina” Vivi Gioi al  “littorio” Massimo Girotti, e firmato da un incredibile (con la lente  della distanza) plotone di giornalisti-intellettuali di prim’ordine, tra  cui l’anti-americano Emilio Cecchi, il fascistone Paolo Monelli,  l’ebreo Giacomo Debenedetti (che non poté comparire a causa delle leggi  razziali), il direttore antisemita de «Il Littoriale» Pietro Petroselli e  il futuro padre del neorealismo Sergio Amidei, Harlem fu l’ultimo  kolossal in costume fortissimamente voluto da Luigi Freddi, fondatore di  Cinecittà, gran sacerdote del culto censorio e figura sui generis di  gerarca sopravvissuto miracolosamente al 25 luglio e al 25 aprile. Sequestrato nel 1944 dall’ebreo torinese Pilade Levi, capo della PWB  Film Section della divisione degli alleati specializzata in  comunicazione e propaganda, il film viene trasformato nel dopoguerra  dalla neonata censura repubblicana in innocuo film sportivo, con tagli e  modifiche ai dialoghi per quasi 40 minuti. La nuova versione, senza più  alcun riferimento alla guerra d’Etiopia, non convinse comunque alcuni  sedicenti partigiani di Reggio Emilia che nel 1947 bruciarono nella  pubblica piazza le pizze del film. Questo libro, documentato e ampiamente illustrato, racconta per la prima  volta la vicenda appassionante, drammatica e piena di sorprese del film  più censurato della storia del cinema italiano.  Edizioni La nave di Teseo

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