Altrobinario: speciale poesia (8) - a podcast by podcasts@awr.org

from 2020-06-25T13:56:06

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Siamo arrivati all'ottava puntata della rubrica L’altrobinario speciale poesia e il secolo di cui ci occuperemo in questa puntata è il Novecento.

Del ‘900 italiano in questa prima puntata abbiamo scelto tre poeti:

Gabriele D’Annunzio

Giuseppe Ungaretti

Eugenio Montale


Come premessa alla puntata ci piace riportare un aforisma di un poeta di lingua tedesca, Rainer Maria Rilke ( Praga 1875, Alpi svizzere 1926).

“Nasciamo, per così dire, provvisoriamente, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente”.

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Gabriele D’Annunzio è nato a Pescara nel 1863, è morto a Gardone Riviera nel 1938.

Scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista, è stato simbolo del Decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale e del nascente fascismo.

Di lui scegliamo la celeberrima poesia “ La pioggia nel pineto” ( due strofe)


Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici

umane;

ma odo parole più nuove che parlano,

gocciole e foglie lontane.


Ascolta. Piove dalle nuvole sparse,

piove sulle tamerici salmastre e arse

piove su i pini scagliosi e irti

piove su i mirti divini

sulle ginestre fulgenti di fiori accolti

su i ginepri folti di coccole aulenti

piove sui nostri volti silvani

piove sulle nostre mani ignude

sui nostri vestimenti leggeri

sui freschi pensieri

che l’aria schiude novella,

sulla favola bella che ieri t’illuse, oggi m’illude

o Ermione


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Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888 è muore a Milano nel 1970.

Figlio di genitori italiani provenienti da Lucca. Il padre era operaio per i lavori di apertura lavori del canale di Suez, la madre possedeva un forno.

Ebbe in tutta la sua vita un grande amore per la poesia. Visse in Francia. Partecipò alla prima guerra mondiale. Coltivò molte attività letterarie e giornalistiche a Parigi.

Nel 1942 tornò in Italia, nominato Accademico.

L’Ermetismo è la sua espressione stilistica, cioè una poesia misteriosa, chiusa, serrata.

I suoi versi sono potenti anche se espressi da poche parole.


Poesia “Mattina”

M’illumino di immenso


Poesia “ Soldati”

Si sta come d’autunno

sugli alberi le foglie


Poesia “ Porto sepolto”

Vi arriva il poeta e poi torna alla luce

coi suoi canti

e li disperde

mi resta quel nulla

d’inesauribile segnale


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Eugenio Montale nato a Genova nel 1896, è morto a Milano nel 1981.

Poeta, traduttore, giornalista. Premio Nobel per la letteratura nel 1975.

Di lui, la splendida, famosa poesia

“Non chiederci la parola che squadri da ogni lato”


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato,

l’animo nostro informa, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un polveroso prato


Ah, l’uomo che se ne va sicuro

agli altri e a se stesso amico,

e l’ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!


Non domandarmi la formula che mondi possa aprirti

si qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo darti

ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Infine, una poesia di Giovanni Varrasi dal titolo “ Lodo Esposito”


Bastardi senza radici, soldi, casa, libri,

senza traccia di pietà,

corrono a perdifiato, ridendo, urlando,

nei vicoli , nel ventre della città.

Canzoni, risate, le scarpe rotte,

calzoni con le toppe.


Un vento caldo li spinge,

li sostiene, li fa volare.

Figli di Dio, si, si, figli di Dio,

affidati alla sua Provvidenza

e ai loro sorrisi, ai profili scavati,

alla sfida sfacciata per non morire.


Dai balconi soleggiati, scoppia, come un acquazzone estivo,

un canto allegro, sincero, solare, collettivo,

che s’impiglia tra i lenzuoli ad asciugare

tra gli odori umidi dei bassi e il vuoto delle Chiese.


L’eco lo senti, lontano, anche dopo tanti anni.

Quei bambini, ormai uomini, faticano in fornace,

in carcere, al cimitero,

hanno lo sguardo opaco, consumato,

non più, per niente, sincero.


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