Mercoledi? della III settimana del Tempo di Avvento - a podcast by Commento al Vangelo del giorno

from 2016-12-13T20:30:20

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AVVENTO E' CAMMINARE NELLA CHIESA PER RICONOSCERE L'AMORE DI DIO NELLA PRIGIONE DOVE LA NOSTRA VITA RENDE TESTIMONIANZA, SENZA SCANDALIZZARCI DELLA NOSTRA E DELLA ALTRUI DEBOLEZZA


Come ciascuno di noi, Giovanni vede sorgere nel cuore la domanda che riassume il dilemma dell'esistenza: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?". In carcere per la Verità, Giovanni chiede conferme su Colui che ha annunciato. Il carcere è una metafora della sua vita. A causa di Cristo è separato dal mondo, santo in mezzo all’impurità. Il mondo lo ha condannato come condanna ogni giorno la verità. E' l'esperienza di ogni apostolo, di ogni cristiano, martire della Parola fatta carne. E' l'esperienza dei giovani cristiani, separati i virtù della primogenitura, non più del mondo ma ancora chiamati a vivere nel mondo. Sentono premere sulla pelle e sulle ossa le tentazioni e la castità, l’obbedienza e il sacrificio pesano come catene. Spesso la Verità sembra proprio aver incatenato le gioie, le passioni, la poesia della vita, e l'esistenza afferrata da un annuncio di libertà sembra condannata a spegnersi in una cella. Le catene stringono le pulsioni sessuali che il mondo spinge a seguire, la porta sbarra la strada a discoteche e concerti affollati di ragazzi. Così per tante mogli, assalite come già Eva dalle menzogne suadenti del demonio, che dipinge le pareti domestiche come fossero le grate di un carcere, e i pannolini dei bambini come fossero strumenti di torture. E il matrimonio comincia ad apparire come un convento di clausura che non si è scelto, che sottrae indipendenza, realizzazione di sé, taglie e libertà, amicizie e svaghi. Chiamate a donarsi nella sottomissione che dischiude il Cielo nella carne della vita coniugale, si finisce con il sottomettersi al duro giogo della menzogna che sbiadisce l’identità di donna, moglie e madre per indossarne di false. Così per tanti mariti, che ogni ritorno a casa sembra una condanna, un ergastolo da scontare dietro ai capricci di moglie e figli. Chiamati a morire per la moglie come Cristo per la sua Chiesa, si trovano a vivere nel matrimonio come dentro un carcere di massima sicurezza. O la malattia che ti divora senza pietà, e ti restano pochi mesi di vita. La malattia e la morte di tuo figlio, di tuo padre o di tua madre che sei ancora così giovane. O il fidanzato, che non arriva mai… O che se ne è andato lasciandoti con un messaggino. E tutta la vita scorre tra mille progetti e tentativi di evasione, nell’illusione di trovare la felicità nella libertà che ti incatena alla dittatura delle concupiscenze. Per questo la domanda sale prepotente: è Cristo la Verità? E' davvero Lui il Salvatore? E' Lui che attende il mio cuore impaziente di libertà e felicità? E' Lui o devo aspettare qualcun altro, qualcosa d'altro? La volontà di Dio è il solo senso autentico che dà pienezza alla mia vita? E oggi, come un preludio alla sua risposta fatta carne, il Signore ci risponde come ha risposto a Giovanni: invia la sua Chiesa, i testimoni che hanno visto la Parola incarnarsi nei segni da Lui compiuti. Essi indicano il Cielo, un potere che scavalca il muro delle possibilità umane: gli angeli che la notte di Natale hanno annunciato: “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli, e pace in terra agli uomini che Dio ama”. Gloria a Dio nell’alto dei Cieli per i “ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano", e pace a loro, ai "poveri a cui è annunciata la Buona Novella" sulla terra dove hanno toccato un frammento di paradiso nell’amore onnipotente del Padre. Pace a noi quindi, o no?

Forse no, niente pace in noi. Allora domandiamoci: “che cosa abbiamo visto e udito nella nostra vita? Perché senza aver udito e visto non si può credere, non si è certi di aver incontrato Colui che abbiamo sempre atteso senza l'esperienza concreta e raccontabile del suo amore. I discepoli di Giovanni racconteranno quello che hanno...

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