XXXI Domenica del Tempo Ordinario. Anno A - a podcast by Commento al Vangelo del giorno

from 2017-11-05T07:38:54

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L'INTIMITA' CON CRISTO NELLA CHIESA CI GUARISCE DAL DEMONE DELL'IPOCRISIA

Ingannati dal demonio "facciamo tutto per essere ammirati", cioè non facciamo nulla gratuitamente, perché non abbiamo ancora conosciuto la gratuità. Viviamo nella legge della menzogna, per questo tutto ciò che diciamo e facciamo è artificiale; le relazioni, anche quelle più intime, soffrono la superficialità e l'estemporaneità delle passioni, dei sentimenti, e non hanno radici solide. Non siamo "maestri", né "padri" e nemmeno "guide" perché non abbiamo l'esperienza dell'essere discepoli, figli e parte di un popolo che ha bisogno di un Pastore buono che lo conduca! Pensiamo ancora di aver scelto noi Dio, non abbiamo la consapevolezza di essere stati scelti da Lui gratuitamente e immeritatamente. Per questo è tutto uno sforzo, pieno di nevrosi, crisi, stanchezza. Sino a che non accetteremo questa realtà, galleggeremo sui giorni senza lasciare traccia, come maschere obbligate a recitare a soggetto. Ingannati dal demonio sulla nostra identità, su Dio e sulla nostra storia, come gli scribi e i farisei, "leghiamo pesanti fardelli, difficili da portare, e li poniamo sulle spalle della gente": dobbiamo fare i "maestri", i "padri" e le "guide"; ma è tutta apparenza, perché chi lo è ha sperimentato per primo quello che trasmette, e non impone nulla! Imponiamo e obblighiamo noi che esigiamo d'essere obbediti, e quindi considerati per quello che ci illudiamo di essere. Infatti, i pesi che carichiamo sugli altri, "non vogliamo muoverli neppure con un dito". Sì, ci siamo "seduti sulla cattedra" dell'uomo più umile della terra, profanandola con la nostra arroganza. Mosé non diceva una parola una che fosse sua; ascoltava e trasmetteva le parole che Dio gli annunciava, restando uno del Popolo, considerandosi l'ultimo di tutti, il peggiore; era, infatti, un fuggitivo, un assassino, e lo sapeva bene. E' la stessa verità che tutti ci definisce, quella che il demonio ci ha occultato, incatenandoci alla schiavitù e alla paura. Ma oggi Cristo viene di nuovo a liberarci! Coraggio, sei un ipocrita, ma io ti amo. Hai vissuto come una sanguisuga parassita, succhiando vita laddove non ce n'era; non sei riuscito a rianimare l'uomo vecchio, corrotto e moribondo dalla nascita. Ora sei umiliato, e non lo sopporti vero? Bene, è il momento favorevole! Convertiti, convertiamoci! Non siamo Dio, tanto meno "maestri, padri e guide". Accettiamolo, e iniziamo, una volta per tutte, a seguire davvero il Signore; impariamo ad essere "discepoli, figli e pecore del suo gregge". Così ha fatto Mosè, che sapeva d'essere indegno e inadeguato per la missione che gli era affidata, e proprio per questo ha visto Dio con occhio puro e ha ricevuto dalle sue mani la Parola di vita. L'umiltà di chi sa di essere l'ultimo peccatore apre il Cielo: infatti, "colui a cui è dato di vedere la verità su se stesso è più grande di colui a cui è stato concesso di vedere gli angeli" (Isacco della Stella). Nella Chiesa ci è proprio dato di vedere chi siamo e chi è Dio! In essa possiamo così riposare finalmente da tanta fatica per dimostrare quello che non siamo. Camminando in essa possiamo scendere dalle nuvole e dalle cattedre dove abbiamo usurpato il posto di Dio, e ascoltare per imparare, mettendoci a fianco, anzi dietro a tutti quelli che abbiamo fatto soffrire con i nostri moralismi, con le leggi, le regole, gli schemi, i lacci e i ricatti affettivi. E' il posto migliore, quello della libertà, della verità, della pace, del bambino che tutto lo deve ricevere, perché di nulla è capace. E' il posto dove Mosé ha ascoltato la voce di Dio che gli parlava dal roveto ardente; si è tolto i sandali, segno di impurezza, perché era un luogo santo. L'ultimo posto dell'umiliazione, infatti, è l'unico puro, dove dobbiamo toglierci i sandali della superbia che vuol dirigere la propria vita; qui, nel silenzio del mondo, nell'irrilevanza umana, parla Dio. E rivela la verità della sua identità: Io sono colui che sono; e...

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