Autostrade, facciamo i conti. - a podcast by Fabrizio Gareggia

from 2020-07-18T05:10:30

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Buongiorno, giovedì scorso ho chiarito come l’accordo raggiunto dal Governo con Autostrade fosse un disastro per il quale il giubilo di Conte e dei grillini fosse assolutamente immotivato.

Oggi voglio specificare meglio perché i vari Di Battista, Di Maio, Toninelli, Casalino e Conte siano veramente fuori strada.

Di Battista ha esultato dicendo che il Governo ha preso a schiaffi i Benetton; Di Maio, il voltagabbana per eccellenza, ha rinnegato le promesse fatte ai familiari delle vittime dicendo: “Non é la revoca, ma la revoca non è un grido di battaglia del Movimento 5 Stelle”. Poi continua blaterando di “abbassamento delle tariffe” e “più sicurezza per gli Italiani”. Toninelli sta ancora festeggiando come un ragazzino che ha fregato la professoressa. Conte sfrutta la frase ad effetto coniata dal guru Casalino: “noi pensiamo agli interessi degli Italiani e non facciamo chiacchiere”.

Insomma, con la faccia di bronzo la raccontano come gli pare, ma il conto di questo vero e proprio naufragio lo pagheremo noi cittadini e non c’è niente da festeggiare.

Allora, l’operazione prevede il passaggio di Autostrade dai Benetton allo Stato con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di ASPI. Costo dell’operazione: 3 miliardi di euro dei quali 2 finiranno ad Atlantia e quindi ai Benetton, i quali potranno intascare un altro miliardo dalla vendita del pacchetto azionario residuo dopo il collocamento in borsa.

Altri 9,5 miliardi di debiti sono l’eredità di Benetton ai nuovi soci di Autostrade: loro si toglieranno di mezzo, liberandosi dal debito e dalle garanzie prestate. Quindi il conto sale a 12,5 miliardi di euro a favore di Benetton. Altro che schiaffi, caro Di Battista.

Ma non è finita qui. Perché Autostrade dovrà realizzare un piano di manutenzioni straordinarie di 14.5 miliardi in cinque anni: Benetton si lava le mani anche di questo pesante impegno che graverà sui nuovi azionisti.

Tirando le somme, a questo punto siamo a 27 miliardi, 4 in più di quanto ci sarebbe costato revocare la concessione pagando le penali previste. Direi che è proprio un bel risultato, complimenti ai geniali politici che hanno messo a punto l’operazione, per fortuna che Conte pensa agli interessi degli Italiani, verrebbe da dire che gli interessi di cui parla sono quelli sull’ennesimo debito che da privato diventa pubblico!

Direte voi: “Ci consoleremo con il taglio dei pedaggi sbandierato da Di Maio”. Altra balla colossale: primo perché tra i nuovi soci entreranno anche fondi di investimento il cui unico obiettivo è quello di pagare i dividendi, quindi non accetteranno mai che la redditività di Autostrade cali. Sulla stessa linea peraltro è anche il Ministro dell’economia Gualtieri, che chiarisce senza mezzi termini: “Aspi manterrà una redditività adeguata”, necessaria per ripianare il debito.

Tradotto: niente taglio dei pedaggi, gli automobilisti devono continuare ad essere taglieggiati per coprire il debito che ereditiamo dai Benetton.

Insomma, da qualunque parti la si guardi, questa operazione ha un solo nome: disfatta.
Che non è solo economica e finanziaria, ma anche morale ed etica: lo Stato avrebbe dovuto pretendere giustizia per i morti del Ponte Morandi, non costruire una exit strategy lastricata d’oro per chi ha causato 43 vittime e un danno d’immagine all’Italia di proporzioni epocali.

Sono veramente disgustato.

A domani.

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