Clandestini scappati dalla quarantena. - a podcast by Fabrizio Gareggia

from 2020-07-20T05:54:48

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Buongiorno, oggi parliamo di un fatto di cronaca accaduto in un piccolo comune della campagna umbra, a pochi chilometri da Foligno e Perugia che tuttavia assume una dimensione nazionale perché è emblematico di come l’Italia stia gestendo l’immigrazione clandestina in un momento in cui sarebbe necessaria la massima attenzione per i rischi legati al coronavirus.

I fatti: a Gualdo Cattaneo, un piccolo comune umbro, l’altro ieri erano stati smistati 25 immigrati clandestini provenienti da Agrigento, ricoverati in un ex agriturismo per trascorrere i 14 giorni di quarantena.

Subito dopo, simulando una partitella di pallone, 23 di questi si sono allontanati facendo perdere le loro tracce. Di questi, al momento solo due sono stati rintracciati, per gli altri si teme che abbiano ricevuto assistenza e copertura dalla criminalità locale dove gli immigrati gestiscono ormai totalmente i settori più redditizi del malaffare come droga e prostituzione.

Questo fatto presenta diversi aspetti comuni a tanti altri episodi che si sono verificati in questi giorni, ma che ricorrono quasi sempre nella gestione dei migranti e che chiaramente dimostrano come sia necessario da un lato ripensare ad un modello di gestione dell’immigrazione che fa acqua da tutte le parti e che più che essere una risorsa per l’Italia la sta tirando a fondo.

Dall’altro però è arrivato il momento di spazzare via questa ipocrisia che giustifica l’accoglienza indiscriminata con la solidarietà che si deve a chi sconta nel paese di origine situazioni tali da giustificare la protezione internazionale.

Infatti i 25 migranti di questa brutta storia sono di origine tunisina e non mi sembra che in Tunisia ci sia la guerra, né che le condizioni del Paese nordafricano siano tali da giustificare la protezione internazionale.

In Italia oggi le frontiere sono chiuse per alcuni paesi, siamo stati capaci di impedire ai turisti americani di sbarcare in saredegna, ma per i migranti non c’è nessuna limitazione e solo un incosciente non direbbe che questo flusso costante e indiscriminato potrebbe far scoppiare nuovamente l’incubo del lockdown agevolando nuovamente la diffusione incontrollata dell’epidemia con conseguenze esiziali sul nostro Paese.

Poi c’è tutta la partita della gestione dei migranti e della mancanza di rispetto per le comunità locali, costrette a subire le decisioni prese a Roma senza essere in alcun modo coinvolte e, come nel caso di Gualdo Cattaneo, essere informate con una email dello smistamento a cose fatte.

Per non parlare poi dei comuni siciliani che sono letteralmente invasi e sopraffatti da centinaia e centinaia di migranti che sbarcano ogni giorno.

I sindaci non sono assolutamente considerati, devono subire questo stato di cose nonostante la legge li individui come autorità responsabili di garantire la sicurezza e la salute delle loro comunità. Senza informazioni e senza condivisione si rende praticamente impossibile ogni controllo e capite bene che questa situazione non può assolutamente continuare così com’è.

Per questo serve un’iniziativa forte dei sindaci che devono rivendicare il loro ruolo e la loro autonomia decisionale. Ne va della stessa sopravvivenza delle comunità locali che oggi non sono in grado di sostenere l’impatto di flussi...

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