Ep. 13 - GOVERNO SCARICABARILE - a podcast by Fabrizio Gareggia

from 2020-10-18T08:09:51

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Di chi è la colpa? Sempre di qualcun altro. Dei medici, delle regioni, degli indisciplinati, dei bar e delle parrucchiere. È sempre colpa di qualcun altro, purché nessuno si permetta di accusare il Governo che in questi mesi ha inanellato una serie di insuccessi sulla pelle dei cittadini e delle imprese.


Questa storia comincia nel mese di Gennaio: le notizie che arrivano dalla Cina sono allarmanti. Gli esperti mettono in guardia Conte che il 31 gennaio proclama lo stato di emergenza sanitaria nazionale, salvo poi rimanere inerte fino a marzo, quando ormai il virus aveva già infettato migliaia di italiani e iniziato la sua corsa che avrebbe causato la morte di migliaia di italiani ed un disastro economico senza precedenti.


Si sarebbe potuto fare di più e prima? Assolutamente si, ma di fronte ad una pandemia così estesa, con un virus nuovo del quale non si sa nulla, sono comprensibili gli errori o le sottovalutazioni. Non scusabili, ma comprensibili.


Sin dai primi giorni Conte mostra subito di che pasta è fatto: un imbonitore di se stesso, vanitoso e superbo. A chi gli chiede se l’Italia è in grado di affrontare questa pandemia lui risponde tronfio: “Tutti i cittadini Italiani devono stare sereni e tranquilli. L’Italia ha adottato una serie di misure tra le più efficaci in Europa e nel mondo”. Era il 31 gennaio.


Qualche giorno dopo i virus è già fuori controllo e, dal primo caso di Codogno inizia il lungo calvario del nostro Paese. Evidentemente il Governo ha sottovalutato il pericolo, ma inizia subito lo scaricabarile: la colpa per Conte e per i suoi giornali amici è dei medici che non hanno saputo gestire i primi casi. Da queste dichiarazioni del Presidente del Consiglio parte l’indagine sui sanitari lombardi.


Non passa molto tempo che la situazione si dimostra in tutta la sua gravità: il virus corre e le chiacchiere non ne arrestano la diffusione. Per questo il Governo istituisce due zone rosse, dalle quali è impossibile entrare od uscire, in alcuni comuni del Lodigiano in Lombardia e nel Comune di Vo’ Euganeo nel Veneto. Resta escluso dai provvedimenti restrittivi la zona di Alzano e Nembro, nella ricca e produttiva Val Seriana.


La Regione e l’Istituto Superiore di Sanità chiedono al Governo l’attivazione della zona rossa anche in quest’area, ma il Governo rimane inerte fino all’8 marzo. Su questa vicenda c’è un’indagine della Procura di Bergamo che accerterà le responsabilità per le migliaia di morti e per la sofferenza di tanti cittadini, ma nel frattempo Conte ha già individuato il responsabile: la Regione Lombardia.


E poco conta che solo qualche giorno prima, il 24 febbraio per la precisione, il Premier aveva richiamato all’ordine il Governatore delle Marche, diffidando gli altri ad agire autonomamente con misure restrittive senza l’approvazione del Governo: «Non bisogna andare in ordine sparso».


Le regioni sono anche i bersagli designati quando ci si rende conto che l’INPS di Tridico è in tremendo ritardo sull’erogazione della cassa integrazione: centinaia di migliaia di lavoratori sono senza stipendio per il lockdown imposto dal 9 marzo in tutta Italia, ma i soldi non arrivano. Alcuni imprenditori riescono ad anticipare la cassa ai propri dipendenti, ma ben presto le risorse finiscono e nel frattempo i ritardi dell’INPS si fanno ancor più evidenti e incomprensibili.


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