Villa Pamphili come il Club Bilderberg - a podcast by Fabrizio Gareggia

from 2020-06-18T05:23:56

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C’è una grande differenza tra la monarchia e la repubblica parlamentare, una differenza talmente evidente che chiunque può comprenderla: nella monarchia la parola del sovrano è legge, nella repubblica parlamentare la volontà del popolo è legge.

Nella monarchia il sovrano può autonomamente impegnare lo stato, nella repubblica parlamentare lo stato si impegna solo con un voto democratico del parlamento, nel quale siedono i rappresentanti del popolo, democraticamente eletti.

Nella monarchia il sovrano si contorna di nobili e consiglieri, scelti in base al proprio arbitrio per avere una platea allineata e giubilante ed esilia i dissidenti dalla sua corte. Nella repubblica parlamentare il dibattito politico si completa nella reciproca legittimazione di maggioranza ed opposizione che, nel rispetto dei propri ruoli, porta ad una sintesi quanto più possibile rappresentativa della volontà dei cittadini alla quale sono vincolati i rappresentanti del Governo.

Qualche tempo fa ho preannunciato che il vero rischio di questa pandemia, una volta avviata alla soluzione l’emergenza sanitaria, non sarebbe stato solo il rischio di una catastrofe economica e sociale per il nostro Paese, ma anche l’attacco alle Istituzioni e alle regole della nostra democrazia.

In questi giorni abbiamo la prova tangibile che le previsioni si stanno avverando: sul fronte economico, infatti, oltre al milione di lavoratori ancora oggi senza cassa integrazione (a distanza di 4 mesi) le stime sul calo del fatturato delle imprese italiane rilevato rispetto ad aprile 2019 parla di un meno 49% e così anche quello degli ordinativi. In definitiva le imprese non solo hanno perso la metà del fatturato, ma perderanno ancor di più in futuro, avendo perso anche la metà delle commesse.

Il sostegno economico, la poderosa potenza di fuoco, il bazooka promesso da Conte e rimbalzato sui profili social degli esponenti del governo con proclami roboanti, nessuno lo ha visto. Di tutte le misure promesse contenute in 13 decreti legge si è persa traccia, così come dei decreti attuativi necessari per renderle operative.

Insomma, delle brioches promesse da Conte e dal suo codazzo non c’è traccia.

Sul fronte democratico ci troviamo messi ancora peggio. Basti pensare che lo stesso senatore a vita Mario Monti, il peggior Presidente del Consiglio che la storia repubblicana ricordi, l’uomo dei poteri forti, affonda gli stati generali con poche righe: “Avendo abbracciato la via delle porte chiuse, forse bisognerebbe imitare Bilderberg sul piano della qualità e della rapidità del dibattito”. E se lo dice lui che è pratico non possiamo non crederci.

Conte si comporta come un sovrano: non fa votare alcun atto di indirizzo al parlamento e sarebbe un obbligo di legge prima di una qualsiasi riunione del Consiglio Europeo, ma soprattuto va in Europa a fare di testa sua.

La cosa tragicomica è che uno dei massimi rappresentanti dei poteri forti europei gli fa la ramanzina senza badare troppo ai modi: il parlamentino di Villa Doria Pamhili, la corte dei miracoli (o meglio dei miracolati) di Conte non ha prodotto nulla di rilevante. Quindi Giuseppi si siederà al Consiglio Europeo senza la legittimazione del Popolo Italiano e senza idee di una qualche consistenza, proprio per portare avanti una trattativa sul ricovero fund che egli stesso definisce ancora in alto mare.

Insomma, un dramma su tutta la linea, mentre il dibattito politico è indirizzato dalla propaganda di regime sulle ciliegie di Salvini, su qualche lapsus, non si parla più di razzismo né delle rivolte statunitensi. Oggi le priorità sono la liberalizzazione delle droghe leggere e le tragiche avventure dei ministri pentastellati: una che vuole distruggere le scuole paritarie e che si inventa una stupidaggine al giorno per la ripresa...

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