Domenica 04 C T.Ordinario SINODO 2021-2023 - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2022-01-29T23:25

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Il Concilio Vaticano II ci presenta la Chiesa come popolo di Dio, di cui tutti siamo parte, compresi i preti e i vescovi.
Papa Francesco invita oggi questo popolo a camminare insieme (“sinodo” significa camminare insieme) per metterci in ascolto di Gesù e dello Spirito Santo che vuol parlare alla sua Chiesa.
Siamo chiamati tutti quanti a dare il nostro contributo per scoprire insieme i passi che dovremmo fare.
Nel 2023 si riuniranno i vescovi col papa e, per allora, verranno portati i contributi da parte di tutti i fedeli del mondo. Anche i nostri contributi.
E naturalmente, nella nostra parrocchia, vorremmo lasciarci provocare senza indugio dalle proposte che ci verranno fatte.
Tutti quanti, anche le persone che magari non frequentano la chiesa, possono portare i loro suggerimenti o comunicarci i loro disagi. Lo Spirito Santo, anche attraverso di loro, può avere qualcosa da dirci.
Ascoltiamo con grande attenzione, rispetto e benevolenza i rilievi e le difficoltà dei nostri fratelli, che magari non vediamo così spesso in chiesa, per non perdere questa opportunità dataci dallo Spirito Santo di fare nostre le fatiche di chi ci parla.
Prima di tutto pensiamo alla Chiesa, e alla nostra comunità: come vorremmo che fosse? Cosa dovrebbe cambiare per essere più vicina al vangelo e più vicina alla gente?
E poi proviamo a chiedere alla gente che cosa fa difficoltà nella Chiesa oggi e quali proposte vorrebbe fare.
Molte persone, pur essendo credenti, non hanno più fiducia nell'istituzione della chiesa. Forse perché la chiesa non è stata capace di accoglierli e qualche volta addirittura ha dato cattiva testimonianza che ha creato scandalo. È importante che ci mettiamo in ascolto di questi credenti delusi: anche loro hanno delle cose importanti da dirci per aiutarci a cambiare.
Può succedere anche alle persone che partecipano alla vita della Chiesa di avere l'impressione di non avere voce e di non poter fare delle proposte nuove, che tutto si decida dall'alto senza ascoltare la base: anche loro dobbiamo ascoltare.
Ci sono molte persone che non si sentono parte della chiesa e che hanno valori retti, si impegnano a costruire una società giusta, vivono una vita onesta, sono capaci di gesti concreti di solidarietà. Anche se non si considerano credenti, o non si considerano cattolici, pensiamo che abbiano delle cose importanti da dirci e da consigliarci.
Dobbiamo metterci in ascolto di tutti: le associazioni che ci sono sul nostro territorio, gli insegnanti, le suore, i gruppi che compongono la nostra meravigliosa comunità, dai bambini del catechismo ai genitori dei ragazzi, dai giovani ai gruppi famiglia, dalle piccole comunità ai cori, ...
Per fare tutto questo proponiamo di organizzare diversi incontri di gruppo e fare sondaggi in diverse modalità.
Non dobbiamo avere paura.
Il Signore ci chiede di fare tutto questo per un solo motivo: la carità, l'amore per la nostra gente e per la Chiesa.
Quella carità che è descritta così bene dalla seconda lettura di oggi.
“La carità non si vanta, non si gonfia d’orgoglio”. Il sinodo, spingendoci a metterci in ascolto, vuole aiutarci ad essere una chiesa umile, evitando ogni trionfalismo, ogni attaccamento al potere, ogni nostalgia dei tempi passati in cui quasi tutti si dicevano cristiani.
La chiesa è più bella quando è umile, quando è povera, quando non vuole esercitare un potere ma creare dialogo e fraternità.
“La carità non manca di rispetto”. Vogliamo metterci in ascolto senza pregiudizi, in un atteggiamento di profondo rispetto per ognuno, indipendentemente dalle sue idee e dalle sue convinzioni.
“La carità non cerca il proprio interesse”. Non facciamo il sinodo per conquistare più fedeli, per convincerli che siamo bravi, per fare bella figura … ma perché siamo convinti che dietro la voce di ciascuno può esserci Gesù che ci parla.
“La carità non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità”. Non abbiamo paura della verità. Siamo disposti ad ascoltare anche le critiche più scomode e le lamentele che ci possono ferire.
Chiediamo a tutti di essere sinceri. Di dirci veramente quello che pensano. Di non avere peli sulla lingua. La chiesa non deve avere paura della verità, mai.
“La carità tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. È con un atteggiamento di grande fiducia e di speranza che cominciamo questo cammino comune. Certi che il Signore ha delle belle sorprese da farci. Sicuri che vuole rendere più bella la sua sposa, la Chiesa, che, nonostante tutti i suoi difetti, amiamo, perché è nostra madre. La madre Chiesa.
E allora … buon sinodo a tutti!

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