Domenica 13 A T.Ordinario RABBIA IN FAMIGLIA - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2020-06-28T18:12

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Nel vangelo di Luca c'è scritto: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

Invece nel vangelo di Matteo c'è scritto: Chi è amico del padre o della madre più che di me, non è degno di me; chi è amico del figlio o della figlia più che di me, non è degno di me;

È la frase che abbiamo letto oggi.

In greco ci sono tre verbi per per dire amore.

Eros che indica l'amore fisico tra uomo e donna.

Filia che indica l'amicizia.

Agape che indica la misericordia, il donarsi agli altri, l'altruismo, l'amore disinteressato.

Nella frase che abbiamo letto oggi c'è il verbo fileo, che indica l'amicizia.

Gesù pretende di avere con noi, suoi discepoli, un rapporto di amicizia più profondo di quello che possiamo avere con qualunque altra persona.

L'amicizia è condivisione di sentimenti, dialogo reciproco, ricerca di un confronto, piacere di stare insieme, aiuto reciproco, fiducia, portare nel proprio cuore ciò che interessa all'altro.

Il rapporto di comunione tra due amici è così grande che alla fine si assomigliano, hanno in comune gusti, scelte, valori, visione del mondo, sogni, progetti.

L'amicizia è un dono grandissimo.

Ebbene Gesù ti dice: sono contento che tu abbia degli amici, ma l'amicizia più profonda deve essere quella che hai con me.

Magari l'amico lo senti tutti i giorni con un messaggio, una telefonata, un momento passato insieme.

Perché ti fa piacere stare con i tuoi amici.

Ma non sei mio discepolo se non parli con me di più ancora di quanto tu parli con il tuo più caro amico.

Non hai bisogno di un cellulare per comunicare con me.

Puoi vivere tutta la giornata in dialogo con me perché io ascolto sempre i pensieri rivolti a me.

Questa è l'esperienza di tutti noi.

Abbiamo con Gesù un'amicizia tale che non possiamo averla nemmeno con le persone più care, nemmeno con mia madre o mio padre o i miei figli.

Anche i legami più forti, che sono i legami del sangue, non sono così forti come il legame con Gesù.

A volte l'amicizia, se vissuta nel modo sbagliato, può diventare un condizionamento, un togliere la libertà, un controllare l'altro.

Ma l'amicizia con Gesù non è così.

Essa ci rende liberi.

Gesù vuole avere il primo posto, vero.

Vuole che passiamo più tempo con lui che con con qualunque altra persona.

Tuttavia, Gesù non è geloso, non ci chiude in un rapporto esclusivo, lui ci apre agli altri, lui ci spinge a donarci a tutti, lui mi insegna ad essere un amico migliore con i miei amici, un figlio migliore, un genitore migliore.

È vero tu sei un mio amico.

Ma non avrai mai il primo posto.

Il primo posto sarà sempre per Gesù.

Ma non preoccuparti.

L'amicizia con Gesù mi aiuta a far crescere anche l'amicizia con te.

Chi è amico del padre o della madre più che di me, non è degno di me; chi è amico del figlio o della figlia più che di me, non è degno di me;

Ma adesso voglio commentare anche l'altra frase di Gesù, simile a questa, ma molto più forte, addirittura scioccante.

Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

Quale adolescente non ha detto o almeno pensato: Mamma ti odio! Papà non rompere! ?

Quale genitore non ha pensato qualche volta di suo figlio o figlia: non ti sopporto più! Ma chi me l'ha fatto fare? !

Chi non è stato qualche volta invidioso o arrabbiato con i propri fratelli o le proprie sorelle?

Chi non ha sentito qualche volta il peso del rapporto difficile con il marito o con la moglie?

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