Giovedi Sett.6 T.Pasquale TUTTI INDISPENSABILI - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2021-05-12T22:00

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Aquila e Priscilla. Paolo era un suo dipendente. Grazie a loro supera la sua crisi. Nella comunità ognuno è indispensabile.

At 18,1-8

Nella prima lettura di oggi si parla dell'incontro di Paolo con due dei suoi più fidati collaboratori.

Si tratta di una coppia: Aquila e sua moglie Priscilla.

Paolo, deluso dal fallimento di Atene, viene assunto da loro come dipendente, visto che un tempo aveva una ditta che fabbricava tende per i militari, il medesimo mestiere di Aquila e Priscilla.

Ascoltando questo loro dipendente, scoprono di Gesù e decidono di diventare discepoli.

Al sabato vanno tutti insieme nella sinagoga e a poco a poco Paolo ricomincia a predicare, a piccoli gruppi, solo nel giorno festivo.

Se non fosse stato per quegli ebrei perseguitati, scacciati via da Roma dall'imperatore Claudio, Paolo non avrebbe forse superato il suo momento di depressione.

Successivamente sono venuti in aiuto di Paolo due altri grandi amici: Sila e Timòteo.

E Paolo, rintemprato, ha potuto ricominciare a predicare a tempo pieno.

Paolo non avrebbe potuto fare nulla senza il sostegno degli altri.

Ricordiamoci che siamo comunità.

Che dobbiamo sostenerci.

Che nei momenti di crisi nessuno va lasciato solo.

Che non è mai un caso se ci siamo incontrati.

Che nella comunità ognuno ha un ruolo indispensabile, proprio come sono stati indispensabili per Paolo Aquila e Priscilla, Sila e Timòteo.



Gv 16,16-20

Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia

Gli apostoli stanno per abbandonare Gesù. Uno l'ha tradito. Un altro lo rinnegherà.

Gesù sa che la sua morte è già stata decisa. Che verrà accusato di cose false. Che verrà messo in ridicolo davanti a tutti. Che troveranno il modo di ucciderlo facendolo soffrire.

Eppure quella sera, invece di piangersi addosso, invece di pensare al proprio dolore, pensa al dolore dei suoi discepoli.
Pensa a quanto saranno smarriti.

E, dopo aver istituito l'Eucaristia, dopo il segno della lavanda dei piedi, dopo aver donato loro il Comandamento nuovo, fa a loro un lungo discorso, con l'unico scopo di consolarli, di incoraggiarli in questo momento di buio.

Gesù non pensa alla propria angoscia, alla propria paura, ma all'angoscia e alla paura dei suoi amici.

Si pensa che può consolare solo chi sta bene, chi non ha problemi, chi non ha dei motivi per piangere.

Invece non è così.

Anzi, proprio chi sta soffrendo è capace di consolare meglio, perché vive sulla propria pelle ciò che vivono gli altri, li può comprendere.

Quando arriva il dolore, la paura, l'angoscia, non chiuderti in te stesso.

Guardati attorno: sicuramente c'è qualcuno da consolare, da incoraggiare.

Usa la tua sofferenza come un dono per sentirti più vicino alla sofferenza degli altri.

Fai anche tu come ha fatto Gesù quel giovedì sera.

Per consolarli Gesù ha parlato loro degli incontri che avranno con lui dopo la sua risurrezione.

Gli apostoli staranno con Gesù risorto per 40 giorni.

Le donne e Giovanni sono anche testimoni della morte di Gesù ma gli altri apostoli no.

Loro sono testimoni solo della sua risurrezione.

Non hanno visto Gesù morire: hanno solo visto Gesù sconfiggere la morte.

E allora la loro paura, il fatto che sono quasi tutti scappati, è qualche cosa di provvidenziale.

L'unica cosa che hanno avuto da raccontare è stata la risurrezione di Cristo, non la sua croce.

La croce di Cristo non l'hanno vista, la sua risurrezione l'hanno sperimentata.

Ed è questa la buona notizia che noi spargiamo per il mondo: Cristo è risorto, la morte è stata sconfitta, gli apostoli l'hanno visto con i loro occhi.

Non dimentichiamo mai che la nostra fede si fonda solo ed esclusivamente sulla risurrezione di Cristo.

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