Giovedì Sett.7 T.Pasquale NUOVO FARISEISMO - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2021-05-19T22:00

:: ::

Paolo parla della speranza nella resurrezione. Paolo fariseo. Gesù fariseo.

At 22,30;23,6-11

Nella prima lettura troviamo Paolo incatenato a Gerusalemme. Tutto fa sembrare che uccideranno Paolo proprio nella città santa.

Invece Paolo non parla prima di tutto di ciò che differenzia il cristianesimo dalle altre tradizioni ebraiche, Ma parla di un elemento che c'è in comune tra la tradizione cristiana e la tradizione farisaica: la speranza nella risurrezione dei morti.

In questo modo i farisei lo difendono perché lo vedono come uno di loro.

Il giudaismo di quel tempo era composto da diverse tradizioni in lotta tra loro: farisei, sadducei, esseni, zeloti …

Gesù è nato e cresciuto e si è formato all'interno della tradizione farisaica dalla quale assume gli elementi più importanti ma con alcuni cambiamenti.

Si può quindi dire che Gesù fosse un fariseo che ha fondato un nuovo tipo di fariseismo: il cristianesimo appunto.

Paolo, conscio di tutto questo, facendo leva su un punto in comune tra fariseismo e cristianesimo si salva la vita.

È uno dei molti punti in comune che ci sono ancora oggi tra la tradizione ebraica attuale e noi.

Qualcuno potrebbe pensare che l'atteggiamento di Paolo è sbagliato agli occhi del Signore: al posto di essere pronto a dare la vita cerca la propria salvezza.

Invece Gesù, che ogni tanto appariva a Paolo, lo loda per questa sua scaltrezza e gli svela che come prigioniero sarà portato a Roma dove potrà rendere testimonianza anche lì.


Gv 17,20-26

Gesù, nella sua preghiera sacerdotale, continua a parlare dell'unità: il grande dono che Dio ha voluto fare all'umanità e che Gesù ha portato nel mondo.

Come un migrante che viene nel nostro paese porta con sé le usanze della terra da cui proviene, le feste, i piatti tipici, le storie, le canzoni ... così Gesù, venendo nel mondo, ha portato sulla terra le usanze del cielo, del Paradiso. Usanze che si possono riassumere in una sola parola: unità.

La traduzione del vangelo che abbiamo letto dice “perché tutti siano una cosa sola”. Ma la traduzione più letterale sarebbe questa: “perché tutti siano uno”.
Si tratta di un'unità che deve avvolgere prima di tutto i discepoli di Cristo, tanto che è per essi il segno distintivo, come una divisa dalla quale si possono riconoscere.

Visto che il loro maestro ha vissuto tutta la vita per portare l'unità, i discepoli di Cristo vengono riconosciuti come tali dalla gente, solo quando vivono l'unità.

Quando siamo uno, la gente guardandoci vede in noi i lineamenti di Cristo, vede che abbiamo la sua mentalità, le sue scelte preferenziali, il suo fascino.

È logico: solo quando siamo uno Cristo presente in mezzo a noi è libero di agire e di manifestarsi al mondo.
Quindi, la prima forma di evangelizzazione è l'unità.

E questa unità non deve fermarsi ai discepoli di Cristo ma deve arrivare a tutta l'umanità.

Perché tutti siano uno.

I Discepoli di Cristo, quindi, sono chiamati a diffondere nel mondo non prima di tutto delle idee su Gesù Cristo, ma la sua presenza.

Prima di parlare di Cristo agli altri devo permettere a loro di sperimentare la presenza di Cristo. E c'è un solo modo per sperimentare Gesù risorto: l'unità.

I discepoli di Cristo devono diventare coloro che spargono l'unità per il mondo. Devono creare dialogo, comunione, condivisione, solidarietà tutto dove vanno.

Appena arriva un vero cristiano deve crescere l'unità tra tutti coloro che sono in quel posto.

Altrimenti significa che Cristo non è presente.

E un cristiano senza Cristo non è nulla.

Non ci può essere unità se io giudico l'altro, se desidero cambiarlo o conquistarlo, se sono superbo o lo condanno senza conoscerlo.

I cristiani devono porsi di fronte agli altri disarmati, con l'unica l'arma dell'amore con lo stile di Gesù.
Ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro.

Solo Se portiamo l'amore di Cristo nascerà attorno a noi l'unità.

Vivere in unità significa essere già in Paradiso, essere già nel Seno del Padre.

Voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io perché contemplino la mia gloria.

Non abbiate paura: so che non avete la capacità di fare tutto questo.

Non spaventiamoci: quando Gesù parla di perfezione nell'unità non la chiede a noi, ma ce la promette come dono.
Io in loro e tu in me perché siano perfetti nell'unità.

Sarà Gesù in noi a generare questa unità perfetta.

Perfetta non perché non ci sono difficoltà, incomprensioni, fatiche nel vivere insieme ... al Contrario: l'unità È perfetta proprio quando è difficile, proprio quando ci sono degli ostacoli insormontabili da superare tra noi.

Ma Gesù viene e la fa lo stesso, in modo creativo, come solo lui può fare.

Gesù trasforma ogni fatica e ogni ostacolo in una crescita nell'unità. Noi dobbiamo solo lasciarlo fare e non smettere mai di amare. Tutto il resto lo farà lui.

Further episodes of OMELIE di don Ale

Further podcasts by Don Alessandro Martini -Torino

Website of Don Alessandro Martini -Torino