Madre della Chiesa Lunedì dopo Pentecoste UNITÀ E UNIVERSALITÀ - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2021-05-23T22:00

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Tra l'Ascensione e la Pentecoste c'era già lo Spirito Santo.


Gv 19,25-34

Per far nascere un bambino bisogna partorirlo.

Non c'è nascita senza dolore.

Anche per far nascere la chiesa, anche per far rinascere noi alla vita eterna c'è stato bisogno di un parto.

Il parto che ci ha fatti di rinascere dall'alto, il parto che ha fatto nascere la chiesa, il parto che ha fatto cominciare la nuova umanità e la nuova società, è la croce di Cristo.

Cristo è come la nostra seconda madre.

Ci ha generati come figli di Dio, ci ha partoriti nel dolore per la vita eterna.
La chiesa è nata dalle doglie del parto vissuto da Gesù.

Come segno della fecondità della croce di Cristo, Giovanni, testimone oculare, registra l'avvenimento del sangue e dell'acqua che sgorgano dal costato di Cristo morto.

Da un punto di vista scientifico la spiegazione è molto semplice: dopo una morte così dolorosa come quella di Cristo in siero, il plasma, e i globuli rossi del sangue si separano.

Anche nella Sindone possiamo vedere tracce di siero e di sangue separati.

Ma l'apostolo, riflettendoci successivamente, ha visto in questo avvenimento fisico, una prefigurazione del nutrimento che Cristo ci dona attraverso i sacramenti.

Attraverso i sacramenti Cristo è come una mamma che ci allatta.

I sacramenti sono come il latte di Cristo che nutre noi bambini di Dio.

Quindi Cristo è la nostra madre.

Ma ha voluto che in quel parto fosse accanto a lui la sua madre.

Come una figlia che al suo primo parto vuole accanto a sé la propria madre per ricevere incoraggiamento.

Ma Maria sotto la croce non ha solo guardato Gesù partorirci, in qualche modo lei stessa è stata partecipe del parto.

Il dolore di Maria di vedere suo figlio torturato, abbandonato, ucciso, calunniato, nudo, è qualcosa di terribile.

Ma il dolore più grande è stato quello di perdere suo figlio.

Quando Gesù le ha detto: “Donna, ecco tuo figlio”, lei ha capito che quel momento doveva perdere il proprio figlio per diventare in qualche modo anche lei madre dei figli generati dal suo figlio.

Ed è per questo motivo che chiamiamo anche Maria nostra madre.
In qualche modo Maria ha partecipato della maternità di Cristo nei nostri confronti.
Quando Gesù le ha detto: “donna, ecco tuo figlio”, riferendosi a Giovanni, in realtà si riferiva anche a tutti noi, a tutti i figli di Dio, all'intera nuova umanità che nasceva dal parto di Cristo.

Per questo oggi preghiamo Maria con il titolo di “madre della chiesa”, perché in qualche modo sotto la croce anche lei ci ha partorito.

E questo significa che anche noi possiamo assumere questa funzione gli uni verso gli altri.

Nella lettera ai Galati Paolo dice: “figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi!”
Gesù fa anche a noi il dono di partorire nuovi figli di Dio
è un dono difficile perchè comporta una grande sofferenza

perchè Cristo non vuole salvarci da da solo
condivide tutto con noi
vuole che diventiamo salvatori con lui salvatore

questa è la strada che ha percorso Maria, madre della chiesa
questa è la strada che ha percorso Paolo tanto che scrive ai Tessalonicesi: “Siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature”.
Questa è la strada che Gesù può chiedere anche a noi di percorrere
partecipare in qualche modo alla sua maternità sulla chiesa, partorendo con lui nuovi figli di Dio

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