Martedì Sett.11 Pari T.Ordinario INTERPRETAZIONI CHE SVUOTANO - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2020-06-16T20:04:47

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1Re 21,17-29

Nel vangelo di oggi Gesù ci parla dell'amore per i nemici.

Ma nella prima lettura scopriamo che l'amore per i nemici non significa debolezza, non significa chiudere un occhio senza denunciare il male.

Quello che Acab e Gezabele hanno fatto è terribile.

Gezabele ha fatto uccidere un innocente per poter permettere al marito di impossessarsi della sua vigna.

E Acab, una volta saputo la notizia della morte di questa persona, sì è impossessato della vigna senza farsi tante domande sul perché, e sul come era morta questa persona.

È terribile commettere un'ingiustizia, uccidere una persona, corrompere dei giudici.

Ma è terribile anche chiudere un occhio e far finta di non sapere nulla perché ti conviene.

In questo modo ti rendi complice del male.

E se non ci fossero persone disposte a chiudere un occhio forse i malvagi e i corrotti avrebbero meno campo libero.

Ebbene, Acab è nemico di Elia perché lo vuole uccidere.

Elia, andando da lui, rischia di essere catturato ed condannato a morte.

Eppure ci va, perché Dio gli ha detto che ha intenzione di punire il proprio re.

Il re dovrebbe essere come un pastore che si prende cura delle pecore e invece Acab si comporta come un lupo rapace per sbranare ed Dio non può più permettere che questa cosa vada avanti.

È costretto a mandare il suo castigo per difendere i più deboli.

Elia va da Acab ad ammonirlo.

Dio si è stufato di te.

Dio ti punirà.

Puoi corrompere i giudici d'Israele ma non il giudice d'Israele, Dio.

Puoi corrompere i giudici umani ma non puoi corrompere il giudice divino.

La punizione di Dio arriva, specialmente se si tratta di difendere i più deboli.

A questo punto di Acab si pente, si straccia le vesti, si veste con un sacco, digiuna.

E Dio lo perdona.

L'amore al nemico, quindi, non significa non dire la verità, ma è ammorire chi sto facendo delle ingiustizie che deve cambiare, che il giudizio di Dio arriverà.

Anzi, proprio perché amo quella persona, la ammonisco e dico la verità, nella speranza che possa cambiare e pentirsi, come ha fatto a Acab.

Certamente, possiamo notare anche, che Elia è molto cambiato dopo l'esperienza sul monte Oreb.

È molto diverso l'Elia che uccide i profeti di Baal da quello che ammonisce il re Acab perché si converta.

Prima Elia aveva scelto la strada della violenza per rispondere alla violenza.

Adesso Elia ha scelto di usare solo l'arma della verità.

Ed è sempre stato così.

I più grandi testimoni ed apostoli della nonviolenza, sono persone che prima erano violenti e vendicativi e poi sono cambiati.

Si veda ad esempio Jean Goss, … e tanti altri





Mt 5,43-48

Gesù continua a descrivere lo stile rivoluzionario del cristiano.

O meglio, del suo discepolo, perché Gesù, attraverso il dono dello Spirito Santo che è stato riversato su tutta l'umanità, può scegliersi dei discepoli anche al di fuori dei confini visibili della chiesa, anche al di fuori di coloro che lo conoscono.

Nel vangelo di ieri, Gesù aveva richiamato quella legge che esige una ricompensa in denaro per ogni danno inferto agli altri.

Una legge espressa con un linguaggio simbolico: “Occhio per occhio e dente per dente”, per indicare che la ricompensa il denaro non è sufficiente, anche se si includono i danni morali oltre che quelli materiali.

La situazione non è sanata finché non avviene il perdono e la riconciliazione.

Gesù non negava questo dovere e diritto alla ricompensa, ma citava situazioni in cui è lo Stato stesso, che dovrebbe amministrare la giustizia, a compiere delle ingiustizie verso i cittadini.

A questo punto...

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