Martedì Sett.7 T.Pasquale O PERSECUTORI O PERSEGUITATI - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2021-05-17T22:00

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Il discorso di addio di Paolo. Si commuovono. Paolo perseguitato da coloro che amava di più. Se non perseguiti ti peseguitano.

At 20,17-27
Nella prima lettura ascolteremo la prima parte del discorso di Paolo agli anziani di Efeso.
Paolo è convinto che la sua morte sia imminente. Lo condanneranno proprio come hanno fatto con Gesù.
In un luogo nascosto fa venire i sacerdoti della chiesa di Efeso che lui aveva tanto amato, e fa a loro un lungo discorso d'addio, proprio come aveva fatto Gesù dopo l'ultima cena.
Paolo si commuove.
Anche i sacerdoti, che allora si chiamavano anziani, si commuovono.
Paolo parla della sua vita in cui è sempre stato perseguitato, specialmente dalle persone del suo popolo, e quindi dalle persone che lui più amava, perché Paolo si sentiva profondamente ebreo.
Finché Paolo era un persecutore, un inquisitore che cercava la gente per farli condannare e uccidere, era amatissimo dal popolo.
Ma quando è passato dalla parte della minoranza e ha smesso di usare la leva del potere politico ma ha fatto leva solamente sulla sua testimonianza di vita, hanno cominciato ad odiarlo.
Chi rinuncia alla violenza, al privilegio di essere maggioranza, all'aiuto dei potenti, al privilegio economico è odiato da tutti.
Finché la chiesa è alleata dei potenti di turno nessuno la perseguita.
Ma appena la chiesa incomincia a rinunciare ai privilegi, ad avere come unica forza la testimonianza della vita, allora cominciano le persecuzioni.
Il demonio odia la chiesa come realtà che continua a diffondere il messaggio di Gesù Cristo.
Ma quando la chiesa si fa influenzare dello spirito del mondo non ha bisogno di perseguitarla, perché di fatto è già sua.
Appena la chiesa incomincia incarnare lo stile del vangelo, del servizio, dell'umiltà, della piccolezza, allora il demonio si spaventa e scatena le persecuzioni.
Una chiesa perseguitata è una chiesa che ha imboccato la strada giusta.
Proprio come Paolo, che non si è mai fatto né spaventare, né fermare, dalle persecuzioni.

Gv 17,1-11
Abbiamo ascoltato la prima parte è la preghiera sacerdotale di Gesù.
Al termine del discorso dell'ultima cena fa una commovente preghiera a Dio suo Padre.
In questa preghiera traspare il profondo amore di Gesù per i suoi discepoli e quindi per tutti noi.
Più che preoccupato di se stesso, Gesù è preoccupato per loro.
Prega per loro.
Non solo per il momento difficile del suo arresto e della loro fuga, ma anche per tutti i momenti difficili che verranno nel corso della loro vita.
Gesù, in quella preghiera, ha pensato anche a noi.
Alle difficoltà che stiamo affrontando noi ora.
Oltre che l'amore per i suoi discepoli, Gesù rivela anche il suo grande amore per il Padre, per il quale è disposto a tutto.
Tanto che parla della propria morte come un momento di gloria.
Gesù considera un onore poter dare la vita per amore dell'umanità.
Si considera un privilegiato.
E traspare anche l'amore di Gesù per tutta l'umanità, perché Gesù è morto per tutta l'umanità.
Si capisce anche che Gesù vede le cose da un punto di vista diverso dalla mentalità comune.
Ad esempio per il mondo avere potere significa poter uccidere gli altri o poterli dominare e controllare.
Per Gesù avere potere significa creare la vita, far vivere gli altri.
Non è potente chi uccide ma è potente chi fa nascere la vita.
È più potente una madre di un esercito.
Gesù è come la nostra seconda madre perché ci ha fatti nascere alla vita eterna.
Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Quando Gesù utilizza il termine “gloria” sta parlando delle cose che più lo rendono fiero, delle cose che sono un onore per lui.
Gesù dice che è onorato di dare la vita, che è onorato di poter fare la volontà di Dio e dice anche che è onorato di avere noi come i suoi discepoli.
Io sono glorificato in loro.
Siamo infedeli, siamo incoerenti, siamo una delusione continua per Gesù, eppure Gesù dice che si sente onorato di avere noi come i suoi discepoli.
Dovreste commuovervi di essere oggetto di un amore così grande.
Un amore gratuito.
Non pensate minimamente di poterlo meritare.
Quella è una tentazione.
Gesù vi ama e basta.
Non potete fare nulla per perdere questo suo amore.
Il suo amore è più forte dei nostri dubbi, delle nostre incoerenze, dei nostri continui tradimenti.
Conoscere e capire dentro un amore così grande è una felicità immensa.
Una felicità così grande che è un anticipo del Paradiso.
Anzi, Gesù ci dice che la vita eterna è proprio questo:
conoscere l'amore misericordioso di Dio e di Gesù per noi.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
Se hai avuto il dono di credere a questo amore incondizionato di Dio e di Gesù nei tuoi confronti tu sei entrato nella vita eterna.
Perché conoscere Dio e conoscere Gesù Cristo è la vita eterna.
Non si tratta di un conoscere intellettuale, ma di uno sperimentare l'amore personale e unico che hanno per me, per te, per ognuno di noi.

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