Mercoledì Sett.13 Dispari T.Ordinario DONNE RIBELLATEVI - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2021-06-30T16:53:43

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Sara vide che il figlio di Agar l’Egiziana, quello che lei aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco.

Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco».

Il nome "Isacco" significa ridere.

Il figlio di Abramo e Sara si chiamava "Ridere".

Sara non riusciva ad avere figli e propose ad Abramo uno stratagemma perché egli potesse avere un erede: obbligare una loro schiava ad avere con lui un figlio.

Nacque così Ismaele.

Poi, però, anche Sara riuscì ad avere un figlio e non voleva che Ismaele "ridesse" con Isacco.

Non tutti possono ridere ed essere eredi.

Ismaele doveva essere cacciato, allontanato!

Doina Matei è una giovane condannata a sedici anni per omicidio preterintenzionale.

Ha scontato in carcere nove anni della sua pena e, a sette anni dalla fine della stessa, per quella che potremmo semplicisticamente chiamare "buona condotta", ha avuto accesso ad una misura alternativa: la semilibertà.

L'importante è che lavori.

Doina va al mare e, come capita a tante ragazze della sua età, scatta qualche foto e le scattano delle foto in cui sorride.

Le foto finiscono su Facebook.

Apriti cielo!

Sui social network si scatena una canea indicibile.

Com'è possibile, ci si chiede, che un'assassina sia già fuori?

Com'è possibile che non soffra?

Il suo "ridere" è un'offesa nei confronti dei parenti di quella giovane che ella ha ucciso nove anni fa.

Doina vede revocata quella misura e torna in carcere.

Ridere è solo per pochi, comunque non è e non dev'essere per tutti, altrimenti le risate dei benpensanti saranno meno lucenti, meno belle.

Doina deve soffrire e mostrare, come Ismaele, che non tutti possono essere eredi.

Chi ha sbagliato paghi e paghi a vita.

E se la sua pena le è servita a qualcosa le deve insegnare che non può ridere in pubblico.

Ma Dio benedice anche Ismaele e farà anche a lui una promessa di prosperità e vita, come la farà ad Isacco.

Dio disse ad Abramo: «Attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una nazione anche il figlio della schiava, perché è tua discendenza».

Un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Àlzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione».

Dio non pare aver paura del sorriso di tutti e tutte.

Invece noi spesso vogliamo decidere chi ha diritto di ridere e chi no.

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AGAR è l’unica donna che nel libro della Genesi riceve la visita di un angelo che parla con lei

né RACHELE, nè REBECCA, né LIA incontrano un angelo

SARA li incontra solo quando vanno da suo marito ABRAMO

invece AGAR incontra un angelo per ben due volte

e non in sogno, ma mentre è sveglia

Solo ABRAMO e GIACOBBE, oltre ad AGAR incontrano degli angeli

Ma GIACOBBE solo di notte lottando con lui

quindi possiamo dire che AGAR è la seconda persona più vicina a Dio tra i patriarchi, subito dopo ABRAMO

qui si vede la predilezione di Dio per gli schiavi e gli scartati - per i piccoli e gli ultimi

e per gli stranieri, perché AGAR è una straniera

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Quanti poeti e pittori hanno cercato di interpretare la storia così dolorosa di questa povera donna e di suo figlio nel deserto, assetati e così vicini alla morte!

Bellissimo il dipinto “Agar nel deserto” di Jean-Baptiste Camille Corot, conservato al Metropolitan di New York

Il ragazzo è dipinto sdraiato, svenuto per la sete, mentre la sua povera madre è in ginocchio che guarda in alto con una mano sulla tesa e l’altra alzata verso il cielo.

L’angelo è ancora in cielo, alle spalle della donna, mentre sta per atterrare, con le braccia aperte come uno che ha fretta o urla.

La donna non ha ancora notato la presenza dell’angelo.

Ci può essere qualcosa di più toccante?

Agar non meritava di essere trattata così crudelmente - morire di fame e di sete in una terra arida!

Ma proprio l'estremo di Agar divenne l'opportunità di Dio!

Quando l'ultima goccia d'acqua dell'otre che Abramo le aveva dato era finita e Agar aveva posto teneramente suo figlio quasi morto sotto un cespuglio, Dio udì il grido agonizzante del giovane ed anche i gemiti del cuore affranto di Agar.


Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova».

Il significato del nome Ismaele, che significa "Dio ascolterà", fu totalmente compreso da Agar quando nel deserto.

Abramo le aveva dato un otre che presto si svuotò, ma Dio le diede un pozzo che dissetò il ragazzo permettendogli di vivere, crescere e divenire un arciere nel deserto!

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Agàr è la prima donna della Bibbia a fuggire dall’oppressione;

la prima schiava che fugge;

la prima persona ad essere visitata da un messaggero divino;
(infatti con Abramo all’inizio era Dio direttamente a parlare)

è la prima donna a ricevere un annuncio e la sola a ricevere una promessa divina di discendenti;

è l’unica persona a dare il nome a Dio;

infatti al capitolo 16, dopo il primo incontro con un angelo, Agar dà un nome a Dio

Agar, al Signore che le aveva parlato, diede questo nome: «Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Non ho forse visto qui colui che mi vede?».

AGAR è la prima schiava ad essere liberata;

è la prima moglie divorziata;

è il primo genitore single e la prima persona a piangere.

Agàr è inoltre l’unica donna nella Bibbia a scegliere una moglie per suo figlio.

AGAR – quindi – può essere un modello molto attuale oggi

COME VIVERE LA FEDE

in un contesto di oppressione

in un contesto di discriminazione per le donne

essendo donna

e schiava

e straniera

Agar è un esempio di liberazione, di capacità femminile di stare di fronte a Dio,

Letizia Tomasone, pastora della Chiesa Valdese di Firenze

ha scritto un libro chiamato: FIGLIE DI AGAR

in cui diverse donne, musulmane, cristiane ed ebree,

riflettono sulla figura di Agar come una figura che può essere di spunto oggi per le donne

e per tutti coloro a cui sta a cuore la condizione femminile nelle religioni

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Dal racconto di Genesi, la relazione tra le famiglie di Agàr e di Sara non sembra essere, malgrado lo scontro iniziale, basata sulla inimicizia, ma fondata sulla pace.

Una pace che si attua nel nome del Dio della visione.

E RIFLETTERE SU QUESTO INSIEME TRA CRISTIANI – MUSSULMANI ED EBREI PUÒ AIUTARCI A COSTRUIRE ANCORA OGGI LA PACE TRA LE NOSTRE TRE RELIGIONI
i mussulmani sono i discendenti di AGAR ed ISMAELE

gli ebrei e i cristiani sono i discendenti di SARA ed ISACCO

e come le loro famiglia – avendo superato il conflitto iniziale tra le madri – hanno ritrovato la pace

la stessa cosa possiamo fare noi oggi

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