Mercoledì Sett.7 T.Pasquale CUSTODI NON GUIDE - a podcast by Don Alessandro Martini -Torino

from 2021-05-17T23:00

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Evitare il clericalismo. La chiesa non è proprietà di Gesù Cristo.

At 20,28-38
Nella prima lettura di oggi leggeremo la seconda parte del discorso di Paolo ai preti della chiesa di Efeso.
Paolo fa una serie di esortazioni che sono specifiche per i pastori, per evitare il clericalismo.
Prima di tutto mette le cose bene in chiaro: la chiesa è proprietà di Gesù Cristo, non appartiene né ai preti, né ai vescovi, né al papa.
La loro funzione è di custodire il gregge, non di guidarlo.
I discepoli di Cristo devono seguire Gesù Cristo, non un leader.
Molte volte i preti hanno cercato di diventare leader da seguire, di legare la gente a se stessi, di influenzare la loro vita. Questa non è la vocazione del prete o del diacono.
Ma questo atteggiamento clericale si è manifestato a volte anche tra i laici.
Ad esempio in alcuni movimenti ecclesiali, quando un leader al posto di portare a Gesù Cristo legava le persone a sé.
E questo può capitare anche in parrocchia, quando uno vede il proprio servizio non come un servizio ma come una sfera di potere.
La parrocchia non è casa nostra, è la casa del Signore e della comunità e tutti quanti siamo a servizio.
Certe divisioni che avvengono a volte nel gruppi e nelle parrocchie, nascono proprio dal dimenticare questa importante verità.
Paolo parla anche di lupi rapaci che vogliono sbranare il gregge. Non si tratta delle persecuzioni esterne.
Ma si tratta proprio di quelle persone che all'interno della comunità e della chiesa vivono il loro compito non come servizio ma come potere.
Diciamo no, quindi, ogni forma di clericalismo che uccide la comunità.

Gv 17,11-19
Gesù continua quella splendida preghiera in cui - prima di morire - si preoccupa più di noi che di se stesso.

Chiede al Padre per noi alcuni doni grandissimi: il dono dell'unità, il dono della gioia, il dono della differenza cristiana.

Gesù chiede per noi l'unità. Un'unità che non significa uniformità, essere tutti uguali. Ma un'unità che deriva dalla presenza di Dio, che nella Bibbia si dice nome, che trasforma le nostre diversità in un dono reciproco.

È un'unità impossibile umanamente, è un'unità miracolosa, che non dovrebbe accadere eppure succede perché Dio può fare miracoli.
Il miracolo è questo: sperimentiamo sulla terra la vita della santissima Trinità.

Non contano quindi i nostri ragionamenti umani, le nostre discussioni, il nostro voler chiarire la propria posizione, ... non siamo noi a costruire l'unità, quell'unità in cui ognuno si sente libero, quell'unità in cui l'identità di ciascuno è valorizzata non può essere frutto dei nostri sforzi.

È un miracolo che solo Dio ci può donare. Noi dobbiamo solo eliminare dal cuore qualsiasi cosa che non sia amore e tutto il resto lo farà Dio.

Il secondo dono che Gesù chiede per noi è la gioia. Fa stupire che Gesù parli di gioia quando è appena stato tradito da un amico e quando sta per essere arrestato e abbandonato da tutti gli altri.

Si tratta quindi, anche qui, di una gioia miracolosa, che solo Dio può donare. Una gioia inspiegabile umanamente perché si manifesta anche in mezzo alla sofferenza.

Il terzo dono che Gesù chiede per noi è la differenza cristiana.

Essi non sono del mondo
come io non sono del mondo.

Non essere del mondo significa essere diversi da tutti gli altri.

Significa ragionare in modo diverso da tutti gli altri.
Preferire il servizio al potere, preferire il dialogo alla condanna, preferire gli ultimi ai potenti.

È quel miracolo per cui quando la gente guarda la vita di un cristiano non riesce a catalogarlo in nessuna categoria umana.

Non riesci a capirlo.
Il cristiano ha una vita che è al di fuori di ogni schema umano.

E questa vita anche se è diversa attira, perché la gente la scopre con una risposta alle sue domande più profonde.

La gente scopre che chi vive la parola di Dio è testimone di una verità più profonda.
Questi sono i tre doni che Gesù chiede per noi, i tre miracoli sui quali si fonda la vita di una vera comunità Cristiana: l'unità, la gioia, differenza cristiana.

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